Ascom e Caritas. Il filo di solidarietà dei commercianti

Ascom ristoranti e Caritas unite per offrire 2000 pasti al mese agli affamati di Bologna dal 2011, ora si uniscono i baristi distribuendo i prodotti freschi invenduti

Radio Città del Capo - Ascom e Caritas. Il filo di solidarietà dei commercianti

Bologna, 3 febbraio – Di solidarietà a Bologna «c’è un mare di bisogno incredibile». Parole di Paolo Mengoli, ex presidente di Caritas e dal 2011 responsabile del progetto che unisce ventidue ristoranti, pizzerie e trattorie aderenti ad Ascom per la preparazione di 2000 pasti al mese per gli affamati di città e provincia. Come se volesse richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale alle necessità di chi non riesce a garantirsi i pasti quotidiani senza chiedere aiuto: «il Comune arranca, dovrebbe organizzarsi meglio, dato che aiutare i poveri non è solo una questione di soldi».

Non sono i soldi infatti ad aver attivato questo progetto di solidarietà, che prevede che vengano cucinati dai 50 agli 80 pasti al giorno, a turno tra gli aderenti. Tra i ventidue spiccano gli esclusivi ristoranti Diana e Pappagallo, ed è proprio il direttore e comproprietario del Diana Eros Palmirani, anche presidente della Federazione ristoranti di Ascom Bologna, a dimostrare soddisfazione per una iniziativa «partita in silenzio e che si è man mano ingrossata» e che da meno di un anno vede scendere in campo anche la Federazione bar di Ascom. Sono diciotto i bar che aderiscono all’iniziativa, garantendo la distribuzione quotidiana dei prodotti freschi rimasti invenduti, vale a dire paste assortite, panini e tutto quello che siamo abituati a vedere dietro le vetrinette dei bar.

«Chi di noi non consuma il pane del giorno prima a casa sua? Il pane bisogna recuperarlo ed è quello che facciamo» afferma Mengoli. Niente di spettacolare insomma,  ma tanto semplice quanto efficace.

Se si fanno i conti, duemila pasti al mese sono in media 65 pasti al giorno, «considerati i costi delle materie prime e la lavorazione questo non è un impegno da poco». afferma il presidente dell’Ascom di Bologna Enrico Postacchini. «Non sono avanzi di quello che prepariamo per i clienti» precisa Palmirani, ma pasti preparati appositamente: polli arrosto con patate, lasagne, maccheroni gratinati al forno, tortellini e brasati ed altro ancora, a seconda delle disponibilità del giorno in cucina.

E’ il personale della Caritas ad occuparsi della raccolta dei pasti preparati nel ristorante di turno e, dopo le 19,  delle rimanenze di giornata nei bar aderenti all’iniziativa. Il tutto viene poi distribuito nella mensa Caritas di via Santa Caterina 8,  nella sede dell’associazione “L’Arca” di via Zago 14, dove gli alimenti vengono distribuiti direttamente a chi si presenta a farne richiesta. Sono sia italiani che stranieri ad avere bisogno, anche se, secondo Mengoli, nella mensa di Santa Caterina si presentano più italiani.

«Bologna attira i bisognosi da tutta l’area metropolitana, perché abbiamo le pari opportunità nella sanità ma non nel sociale» continua Mengoli, ed aggiunge che “la cura migliore per la povertà non è la solidarietà ma il lavoro”, il grande assente dei nostri giorni.

«Anche gli ortofrutta, i salumieri, i panettieri aiutano chi ne ha necessità», afferma il direttore dell’associazione commercianti Giancarlo Tonelli, in «un filo di solidarietà che ci lega in tanti». Ed aggiunge che «le amministrazioni dovrebbero rivedere il welfare bolognese dando una mano e collaborando di più con i privati, valorizzando i loro gesti, anche a livello di città metropolitana».

Nicolò Moruzzi