Scuola-lavoro. Si parte con Ducati e Lamborghini. “Bologna apripista per tutta Italia”

Da settembre i ragazzi degli istituti tecnici bolognesi entreranno in Ducati e Lamborghini. “Metà anno sui banchi, metà in azienda. Bologna trascinerà il paese”, dice l’assessore regionale Bianchi

Scuola-lavoro. Si parte con Ducati e Lamborghini. “Bologna apripista per tutta Italia”

La sede della Lamborghini a Sant’ Agata Bolognese – Foto Guizzardi Umberto

Bologna, 7 lug. – Da settembre i ragazzi degli istituti tecnici bolognesi potranno alternare le lezioni in aula con un periodo di formazione in due grandi aziende del territorio, la Ducati e la Lamborghini. “E non come turisti, ma direttamente nei reparti di progettazione e prototipi”. Lo dice l’assessore regionale alla formazione e al lavoro Patrizio Bianchi. Gli uffici dell’assessorato, spiega Bianchi, “stanno affrontando un compito difficile: quello di mettere insieme un accordo che armonizzi leggi tedesche, perché l’accordo lo stiamo facendo ad esempio con la fondazione Volkswagen, e le leggi  italiane, ricordando che la normativa del nostro paese sul tema non c’è”.

Da qui il lavoro di scrittura di un accordo che da settembre permetterà ai ragazzi della classe quarta e quinta dell’istituto tecnico bolognese Aldini Valeriani (e a seguire il Belluzzi Fioravanti) di passare gli ultimi due anni scolastici per metà sui banchi, e per l’altra metà – pagati – in azienda. Si parte con Ducati e Lamborghini, ma la regione sta allacciando contatti con altre grandi aziende del territorio. “Certo non staranno in linea di produzione – sottolinea l’assessore Bianchi – ma la loro permanenza in azienda permetterà loro di capire la realtà lavorativa”. Non è solo questione di leggi che regolano il lavoro. L’assessorato sta lavorando anche con il Ministero dell’Istruzione, proprio perché il tempo a scuola abbia una cadenza compatibile con quella del lavoro, e viceversa. “Senza dimenticarci che il tempo in impresa dovrà essere valutato anche ai fini del voto finale del diploma”. Insomma, Bianchi parla di un “approccio nuovo, e nuovo anche per l’Italia”.

“Vogliamo – dice Bianchi – che Bologna diventi non solo un caso, ma l’elemento capace di trascinare tutto il paese su una strada che riteniamo importante. Sentiamo la fatica non voglio dire di essere più avanti di tutti, ma più soli di altri sì. Cerchiamo – conclude Bianchi – connessioni direttamente con l’Europa e con le grandi imprese, è quello il nostro riferimento”.

Patrizio Bianchi, assessore regionale E-R a formazione e lavoro

 In Emilia-Romagna la disoccupazione giovanile tocca il 15%. “Sono i cosiddetti neet – dice Patrizio Bianchi – coloro che non lavorano e non studiano”. Proprio per affrontare il problema si terrà martedì a Bologna la prima di una serie di iniziative che la Regione Emilia-Romagna organizzerà sul territorio regionale per presentare alle imprese e alle parti sociali Garanzia Giovani, il programma dell’Unione europea che intende assicurare ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano (Neet-Not in Employment, Education or Training) opportunità per acquisire nuove competenze e per entrare nel mercato del lavoro. In Emilia-Romagna sono 7.841 i giovani che hanno aderito, 1.118 quelli che hanno già avuto il primo colloquio con i centri per l’impiego.