Radio a perdere

Salvarne uno per condannarne cento: il Governo rimette nel decreto

Radio Città del Capo - Radio a perdere

Salvarne uno per condannarne cento: il Governo rimette nel decreto “milleproroghe” i contributi “a diritto soggettivo” per i quotidiani di partito e di cooperativa, ma il prezzo di questo presunto salvataggio lo paga l’emittenza radiofonica locale che si vede totalmente cancellati i contributi editoria.

Si tratta di contributi destinati a ridurre i costi sostenuti dalle emittenti per le spese telefoniche, di energia elettrica e per le agenzie di stampa. Dunque non soldi a fondo perduto buttati li a casaccio.
Anzi, per la verità i soldi per i mascalzoni dei finti giornali di partito, delle finte radio di partito e delle finte cooperative continueranno a essere dati a piene mani, per loro non c’è alcun taglio. A chi fa informazione vera, con costi accertati e chiari, viene invece tolto integralmente quel poco di ossigeno che otteneva (con anni di ritardo) in termini di rimborso spese.

Parliamoci chiaro: RCdC non fallirà per questi tagli, come ci auguriamo non falliranno Radio Popolare e tante altre radio locali. Ma la vita già è difficile e così lo sarà ancor di più..  Resta poi il senso politico di un’operazione inutile e sporca. Inutile perché come dicevamo non c’è nessuna riforma e nessun taglio reale per chi riceve da anni i contributi senza averne titolo, ma anche un’operazione sporca perché è tesa a instaurare anche nell’editoria la guerra tra poveri: ne salvo alcuni (i giornali) a scapito di altri (le radio). Mentre ad alcuni si vanno a togliere pure le briciole, continuerà ad agire indisturbata quella  banda di maneggioni e truffatori che campano e si ingrassano a spese dello Stato con giornali, radio e tv fasulle. Insomma per dirla con Calderoli, che di queste cose se ne intende, un’altra porcata.

Paolo Soglia