In arrivo a Bologna 80 profughi

In arrivo nel ragusano una nave proveniente dal Nord Africa con a bordo circa 1200 persone. Il Comune li accoglierà, temporaneamente, a villa Aldini. Non dovrebbero esserci minori nel gruppo che arriverà in città.

Radio Città del Capo - In arrivo a Bologna 80 profughi

Bologna, 6 feb. – Scappano dalla guerra, dalla fame, dalla paura. Circa 80 persone, forse fuggite dalla guerra civile siriana, dovrebbero arrivare nella giornata di venerdì a Bologna. Nelle prossime ore è infatti atteso l’attracco nel ragusano di una nave, proveniente dal Nord Africa, con all’interno circa 1200 persone. Come succede in questi casi il Ministero dell’Interno, attraverso le Prefetture, ha richiesto l’assistenza dei territori.

Il Comune di Bologna ha messo a disposizione Villa Aldini, la struttura chiusa lo scorso agosto che aveva ospitato anche una parte dei profughi provenienti dal Nord Africa durante i mesi caldi della guerra civile libica. Nei piani di Palazzo D’Accursio si tratterebbe di una sistemazione temporanea, finalizzata ad una risposta immediata. Successivamente, come ha detto ai nostri microfoni l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, il Comune intende far rientrare queste persone nel progetto Richiedenti Asilo e Rifugiati (sigla, Sprar), che prevede l’inserimento, in diversi comuni del territorio regionale, di piccoli nuclei, spesso familiari, assistiti dai servizi sociali locali.

In un primo momento, al tavolo convocato a Palazzo Caprara, il Comune aveva proposto di accogliere i profughi, tra cui non ci dovrebbero essere minori, nel Cie di via Mattei. Nei piani dell’amministrazione guidata da Virginio Merola sarebbe stato un modo anche simbolico per affermare quanto la città (Comune, forze politiche, associazioni e movimenti) va ripetendo da tempo: l’ex caserma Chiarini non deve più essere aperta come Centro di Identificazione ed Espulsione.

Dal Ministero però hanno respinto la proposta. “E’ troppo simile ad un carcere – ammette l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli – con reticolati, sbarre e letti di cemento. Un posto indegno per persone che presumibilmente scappano dalla guerra”. Inoltre, aggiunge Frascaroli, “attualmente il Cie ha ancora bisogno di lavori per poter accogliere degnamente le persone”.