Primarie regione. Ci sono i candidati, non c’è Bologna

Alle primarie del centro sinistra sarà una sfida tutta modenese Bonaccini-Richetti. Entrambi modenesi. Manca una candidatura legata a Bologna

Primarie regione. Ci sono i candidati, non c’è Bologna

Bologna, 28 ago. – Alle primarie del centro sinistra sarà una sfida tutta modenese Bonaccini-Richetti. Il primo, 47 anni, dirigente nazionale del Pd e segretario regionale del partito, prima bersaniano e poi coordinatore della macchina che ha portato Renzi al vertice del partito. Il secondo, 40 anni, cattolico, renziano della prima ora ed ex golden boy del renzismo (quando era minoranza) in Emilia-Romagna.

A correre con Bonaccini e Richetti, ma decisamente in una posizione di secondo piano, ci sono altre tre sfidanti, oltre al reggiano Matteo Riva di Centro Democratico. Tra le fila del Pd c’è l’assessore a lavoro e scuola dell’ultima giunta Errani Patrizio Bianchi, 62 anni, appoggiato da prodiani, l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani (53 anni), che si presenta come uomo di rottura contro apparato e consociativismo, e Palma Costi, anche lei modenese e ultimo presidente dell’assemblea regionale prima delle dimissioni di Vasco Errani. Cinquantuno anni l’età media dei partecipanti alla competizione che formalmente riguarda la coalizione di centro sinistra, ma nei fatti è cosa tutta interna al Partito democratico. A guardare le provenienze geografiche dei candidati spicca l’assenza di Bologna: Bonaccini, Richetti e Costi arrivano da Modena. Bianchi è stato rettore dell’Università di Ferrara mentre Balzani ha solide radici a Forlì.

Come l’ha presa il partito a Bologna? Il segretario del Pd Bologna Raffaele Donini sarà capolista alle regionali, e ha già detto di voler sostenere Bonaccini (“con lui abbiamo vinto tutto, mi sento di sostenerlo”), mentre il sindaco Merola, che aveva puntato sul cavallo sbagliato sostenendo il primo cittadino di Imola Daniele Manca, l’ha buttata sul ridere: “Vadano tutti a quel paese, dopo tre mesi si fa quello che si doveva, le primarie”. Con chi starà Merola ancora non si sà, si sa invece che farà un renziano doc come il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli. Per lui la scelta è quella di Richetti. I bersaniani, o quel che ne resta, dovrebbero invece sostenere Bonaccini, da tutti considerato uomo ponte tra il nuovo che ormai si è imposto e la vecchia struttura bersaniana.

A mancare, per ora, sono programmi dettagliati. Bonaccini ha spiegato di aver detto ‘sì’ alla candidatura dopo che il partito non è riuscito a compattarsi dietro ad nome unitario (Manca), ma per il momento non si sa lungo quali linee vorrà dispiegare la sua azione politica una volta eletto (se sarà eletto) Presidente della Regione. Richetti invece, nel lungo status facebook con cui ha annunciato la candidatura, parla di innovazione e opportunità ed entra più nel dettaglio: “Completeremo il processo di separazione tra indirizzo e gestione dei servizi pubblici locali che non può rimanere in mezzo al guado, orienteremo la spesa sanitaria verso la cura piuttosto che verso l’amministrazione dei servizi, costruiremo un sistema del sapere che restituisce pari dignità ai diversi percorsi formativi”. Palma Costi parla di una regione che deve “decidere e programmare secondo ambiti ottimali (servizi, fiere, aeroporti, welfare) ed essere in grado di accrescere la competitività rispetto ad altre realtà geografiche, di ottimizzare le risorse e creare quindi le condizioni per attrarre investimenti e poter puntare con forza sull’internazionalizzazione”. Patrizio Bianchi invece le sue idee le ha espresse diffusamente già ad inizio agosto, mettendo ad esempio il lavoro al primo posto. Resta l’outsider Balzani, che per anni ha martellato gli assessori di Errani incalzando la giunta su acqua e rifiuti e tessendo alleanze, su temi specifici, anche con il Movimento 5 Stelle.

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