Primarie Pd. Il faccia a faccia al Parco Nord lo vince Balzani
Davanti a 400 persone, i due contendenti alle primarie del 28 settembre si sono scambiati stoccate, proposte e slogan. Balzani ha raccolto più applausi di Bonaccini

Bologna, 19 set. – Roberto Balzani batte, ad applausi, Stefano Bonaccini durante il faccia a faccia al Parco Nord tra gli sfidanti alle primarie del 28 settembre. E’ l’ex sindaco di Forlì a strappare, alle 400 persone riunite sotto il tendone della sala dibattiti, il maggior numero di applausi. “E’ merito della claque di ottanta forlivesi che si è portato dietro” dice alla fine del dibattito un bonacciniano di ferro che aggiunge: “Le primarie si vincono coi voti, non con gli applausi”.
I consensi maggiori Balzani li ha raccolti sui suoi cavalli di battaglia: lo stop al consumo di suolo e una maggiore attenzione all’ambiente. Una parte della platea ha persino applaudito la bacchettata che Balzani ha tirato all’indirizzo del sindaco di Bologna Virginio Merola. Il tema era quello della trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso: “Io non lo avrei fatto– dice l’ex sindaco-. Le leggi vanno rispettate. Non si può aprire un conflitto tra poteri dello stato, è folle averlo fatto“. Più incline alla battuta e allo slogan improvviso, il professore di storia romagnolo, “prestato alla politica”, come ama dire e ripetere, è sembrato più a suo agio davanti alle domande del caporedattore di Repubblica Bologna, Giovanni Egidio. “Non possiamo sostituire il mattone con lo stradone” dice poco dopo aver proposto di rivalutare se costruire o meno il Passante nord.
Bonaccini non si fa trovare impreparato e agli affondi balzaniani risponde con vigore. Ripete più volte di voler puntare sulla creazione di posti di lavoro: da un lato attraverso la realizzazione di infrastrutture “necessarie per il rilancio economico della regione” (Cispadana, Passante nord, People Mover e miglioramento del Porto di Ravenna), dall’altro annunciando di voler fare dell’Emilia Romagna la prima Regione in Italia in grado di rispondere al 100% alla richiesta di asili nido. “Dobbiamo creare nuovi asili” dice Bonaccini che immagina nel futuro una Regione sempre più impegnata nella programmazione e sempre meno nella gestione diretta dei servizi. Centrale, nell’Emilia Romagna disegnata da Bonaccini, è il ruolo di Bologna: città metropolitana come “hub per la ricerca e la cultura“, circondata da 5 “aree vaste” che vadano a ridisegnare i confini delle vecchie province. Per Bonaccini, nei prossimi 5 anni sempre più piccolo comuni dovranno seguire l’esempio della Valsamoggia e fondersi: per attrarre finanziamenti extra dalla Regione, per realizzare economie di scala, per essere liberi (per 3 anni) dai vincoli del patto di stabilità e poter investire nel miglioramento dei servizi.
“Nei primi 100 giorni voglio creare un ufficio per la semplificazione, e nel giro di due anni togliere le norme che fanno perdere tempo” dice Bonaccini. Per contrastare l’eccessiva burocrazia “non serve un altro ufficio burocratico” attacca Balzani che propone di far leva su di un sistema di incentivi ai dirigenti per velocizzare la macchina amministrativa. “Dobbiamo realizzare le grandi opere di cui discutiamo da 30 anni” attacca Bonaccini; “Ma chi ha governato qui negli ultimi anni? Mica la destra, abbiamo governato noi” rintuzza Balzani tra gli applausi dei suoi. Tra questi anche l’ex assessore provinciale all’ambiente, Emanuele Burgin: “Quello di Bonaccini è sviluppismo anni Ottanta. Sembra di sentire Bettino (Crazi, ndr)”.
Ad ascoltare i due contendenti erano circa in 400. In gran parte dirigenti locali del Partito Democratico, attivisti, eletti nei vari consigli, molti sindaci e militanti. Tra i big, oltre al padrone di casa Raffaele Donini, erano presenti il sottosegretario Sandro Gozi, i deputati Francesca Puglisi e Andrea De Maria (da poco entrati nella nuova segreteria nazionale del partito). Tra la folla anche molti rappresentanti di Sinistra Ecologia e Libertà, come la coordinatrice regionale Elena Tagliani e il capogruppo in Viale Aldo Moro Gian Guido Naldi.
Dopo poco più di un’ora il dibattito si è concluso e la sala si è svuotata. Mentre si allontana un sostenitore cuperliano di Bonaccini dice: “Questa volta la vittoria non è così scontata”.