Panini e spartiti
Cosa avrebbe ordinato, Miles Davis, durante le registrazioni di Bitches Brew?

Per raccontare il rapporto tra cibo e musica, ed esprimerlo con qualche nota, Miles intervista Fabio Liberatori. Musicista e compositore, tra i fondatori della band pop-rock degli Stadio, autore di musica per tv e cinema (è lui che ha realizzato il soundtrack dei film di maggior successo di Carlo Verdone, a cominciare da Borotalco)
Anche Lorenzo Tosi. Scrittore, giornalista specializzato in enogastronomia, appassionato di Jazz e amico di Miles ci racconta del rapporto tra cibo e musica:
Cibo e musica possono andare d’accordo. Ma occorrono ingredienti ben precisi. Vietati acuti in falsetto in stile heavy metal o scansioni incalzanti da disco music.
Per mettere d’accordo timpano e palato servono ritmi morbidi, un tappeto musicale che non banalizzi il timbro delle sonorità più complesse. E che non copra il sapore dei diversi ingredienti. Negli ultimi anni sono fioriti numerosi locali che si sono affidati al potere della musica per caratterizzare uno stile gastronomico o una particolare atmosfera. Una scommessa vinta, visto il numero di filiali aperte nel mondo da insegne come il Buddha bar parigino, il Cafè del Mar ibizenco o l’Hotel Costes, sempre da Parigi.
Musica Lounge, Chillout e Fusion: sono queste le soluzioni che permettono di evitare il cortocircuito tra suono e gusto. Tutti generi musicali che si sono evoluti, in tempi e modi diversi, dal jazz. La Fusion è la pura invenzione di mister Miles Davis (una delle tante), capace di fare riemergere attraverso la contaminazione con strumentazioni rock ed elettroniche le sonorità sincopate e “blue” del jazz delle origini.
In Pharaoh’s Dance e negli altri brani contenuti in quella pietra miliare che è l’album Bitches Brew, la tromba degli assoli di Miles Davis entra come il burro nell’intenso tessuto sonoro intrecciato dal tastierista Joe Zawinul. È come il gusto morbido, sapido e aromatico del prosciutto di suino nero 40 mesi, o quello farinoso e intenso del formaggio Castelmagno, che emergono anche quando sono contaminati dagli accompagnamenti dei panini più fantasiosi.
Il Jazz è la musica dell’anima, il mezzo con cui i migliori musicisti del 900 hanno ambito all’equilibrio, allo stile, all’armonia. Servono i migliori ingredienti e la capacità dei migliori cuochi per stare al passo con questa musica.