Riaprire i rifugi antiaerei di proprietà comunale

E’ la proposta dell’Ibc al Comune. L’istituto ha curato una mostra nell’autunno 2013: ora pubblica un volume sui rifugi antiaerei di Bologna

Radio Città del Capo - Riaprire i rifugi antiaerei di proprietà comunale

Bologna, 24 ott. – Riaprire al pubblico i rifugi antiaerei di Bologna e farne dei musei come accade in altre città d’Italia e d’Europa. E’ la proposta che l’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna che ha pubblicato “Memorie sotterranee.I rifugi antiaerei a Bologna tra ricerca e valorizzazione”. Il libro, curato da Vito Paticchia e Massimo Brunelli, raccoglie i materiali dell’omonima mostra che è stata ospitata nell’autunno del 2013 nei locali dell’Archiginnasio.

Non è facile sapere quanti furono i rifugi sotterranei presenti a Bologna durante la Seconda Guerra Mondiale. “Dagli archivi noi abbiamo un elenco di oltre un centinaio di rifugi- dice Paticchia ai nostri microfoni- costruiti negli anni ’43-’45″. Molti di questi rifugi si trovano in ville private e non sono più accessibili. Ve ne sono comunque alcuni che si trovano in luoghi pubblici e che, secondo Paticchia, potrebbero essere riscoperti e aperti al pubblico come è stato fatto in altre città come Parma e Barcellona. Nel dopoguerra la maggior parte dei rifugi antiaereo furono tombati su decisione delle autorità: erano divenuti oggetto di saccheggio e ricoveri per “pratiche contro la morale pubblica”. “Il sindaco Dozza aveva necessità di ricostruire le scuole- racconta Paticchia- e i materiali per approntarle già a partire dal settembre 1945 fu preso dai rifugi: molti dei bambini che andarono a scuola in quell’anno sedettero su panche che provenivano dai rifugi”.

Non tutti i rifugi però vennero murati. Uno, per esempio, è ancora aperto e tutt’ora utilizzato: si tratta di quello sotto alla scalinata del Pincio della Montagnola. E’ di proprietà comunale e da anni è affittato ad un privato che ne ha ricavato un posteggio per auto.

Altri rifugi sono presenti sotto i giardini del Guasto, affittati dal Comune ad un’associazione, a ridosso delle mura dietro a Casa Carducci, a villa Spada, in via Toscana di fronte alle ex scuole Severino Ferrari. Tutti luoghi che, secondo l’Ibc andrebbero riscoperti e riutilizzati.

Sui muri della città è ancora presente la segnaletica dei rifugi antiaerei. Alcuni segni indicano i condotti di areazione dei rifugi sottostanti (le V nere cerchiate di bianco corredate di freccia), altri la presenza di idranti per spegner incendi, altri ancora la presenza stessa dei rifugi.