Al Capitol in 350 per il film antipartigiano

Cinema pieno per la proiezione de

Radio Città del Capo - Al Capitol in 350 per il film antipartigiano

Foto tratta dal profilo Facebook di Galeazzo Bignami

Bologna, 14 gen. – Oltre 350 persone hanno visto martedì sera al cinema Capitol il film “Il segreto di Italia“. A volere fortemente la proiezione, e ad organizzare la serata, è stato il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami. Cavallo di razza dell’anti comunismo bolognese, Bignami esulta sul proprio profilo Facebook: “Grande successo. 400 persone a “Il Segreto di Italia”. Sono contento di aver portato questa pellicola a Bologna!!”

Al di là dei numeri, evidentemente un po’ gonfiati visto che la capienza della sala 1 del cinema di via Milazzo è proprio di 400 persone e le prime 3 fila della sala erano vuote, di gente ce n’era parecchia. Sedute in platea c’erano tutte le gradazioni del ‘nero’ politico bolognese: da Forza Italia agli ex Alleanza Nazionale fino a volti noti di Forza Nuova. Sentimento comune a tutti? L’anti comunismo.

“E’ un film boicottato dalla sinistra” dicono in sala le persone che prendono posto dopo aver ricevuto una copia de L’ultima Crociata, l’organo ufficiale dell’associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana.

Prima del film è prevista una breve introduzione. Che dura una quarantina di minuti. Il primo a prendere la parola è Gianfranco Stella, “saggista della destra cattolica” come si definisce lui stesso. E’ dal suo libro “1945 Ravennati contro – La strage di Codevigo” che è stata tratta la sceneggiatura del film. “Ho fatto questo libro raccogliendo le testimonianze di tre persone superstiti” racconta alla platea che ascolta attenta. “Quella di Codevigo è la più grande strage compiuta dalla Resistenza in Italia” dice Stella. Tra il 29 aprile e la metà di giugno del 1945 nel paese della bassa padovana, in una serie di differenti esecuzioni, furono uccise 136 persone, per la maggior parte militi della Guardia Nazionale Repubblicana e delle Brigate Nere. Per quelle uccisioni furono processati e poi assolti alcuni partigiani romagnoli della 28esima Brigata Garibaldi, formazione comandata dal ravennate Arrigo Boldrini, il comandante Bulow.

“Ho fatto ricerche- spiega Stella- e posso affermare che i morti di Codevigo e dei paesi vicini, uccisi dalla furia dei partigiani comunisti, furono oltre 230”

Dopo Stella è la volta del regista e sceneggiatore, Antonello Belluco. “Ho fatto questo film perché la mia famiglia ha subito la tragedia delle foibe” racconta il regista che dice di avere una cultura marxista (“Ho fatto esami con Toni Negri”) e di avere all’attivo diversi film (due, ndr) e di venire dalla pubblicità (“Ho fatto di tutto, dalla carta igienica alle scarpe da calcio”). Belluco racconta le difficoltà che ha incontrato nella realizzazione di un film “scomodo”, costato 230 mila euro e la cui gestazione è durata 5 anni. “Ci hanno boicottato in tutti i modi- racconta epico-. Io ci ho rimesso dei soldi e 12 chili”. Prima di passare il microfono, Belluco fa un appello agli spettatori in attesa: “Siate ambasciatori della verità”.

E’ la volta di Bignami che racconta l’organizzazione della serata e fa una promessa ai suoi: “Mai coi comunisti”. E parte un applauso. Gli fa eco il fedelissimo Marco Lisei, consigliere comunale di Forza Italia, che ripercorre le polemiche dei giorni scorsi e, rispetto al fatto che il suo invito a vedere il film rivolto all’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti, dice: “I comunisti sono vigliacchi, non sono venuti nonostante gli avessimo invitati”.

Dopo una quarantina di minuti di introduzione, la platea, per quanto militante e convinta, inizia a spazientirsi. “Fateci vedere il film” grida qualcuno dalle ultime file. Gli interventi finiscono, Belluco saluta (“Devo tornare a Padova e ho il treno in partenza”), e si spengono le luci.

Romina Power nel ruolo di Italia adulta

La storia è questa: Italia Martin, una 15 enne figlia di contadini, si innamora di Farinacci, figlio del comandante della Brigata Nera di Codevigo. E’ l’aprile 1945 e la fine della guerra è alle porte. Anche gli abitanti di Codevigo ne sono consapevoli. Nella casa dei Martin arriva Ada, sfollata da Fiume, moglie di un aviatore disperso. Tra Ada e Italia nasce un’amicizia. Le due amiche, oltre la passione per il libri, condividono anche quella per il bel Farinacci. Quando i tedeschi se ne vanno, seguiti a stretto giro dai fascisti più in vista, e quelli che rimangono bruciano le camice nere per paura delle ritorsioni dei partigiani comunisti del comandante Ramon, Farinacci decide di non abbandonare il paese: a trattenerlo è l’amore, Per Italia e per Ada. Una sera, mentre il paese festeggia la fine della guerra, e i partigiani ballano in piazza, Italia scopre Ada e Farinacci appartati in un fienile. Sentitasi ingannata e tradita, la giovane corre dai partigiani e dice loro dove possono trovare Farinacci che viene preso e fucilato insieme ad altre persone. E’ con questo ‘segreto’ che Italia, sopravvissuta insieme a tutta la sua famiglia, lascia Codevigo per farvi ritorno solo molti decenni dopo, in occasione del matrimonio della nipote.

Quando si riaccendono le luci, la platea applaude. “Dovrebbero farlo vedere nelle scuole” dice qualcuno mentre indossa il cappotto prima di uscire. “Considerando il budget non è male, io pensavo peggio” dice qualcun altro.

Il parere di chi scrive è che più che un film scomodo sia un film imbarazzante. Dialoghi scontati, personaggi finti e caricaturali, tanta ideologia e pochissimo spessore.