Ma che musica, Presidente! – Puntata 19

Un viaggio nella musica del 9/11: dopo uscite di dischi rimandate, singoli ritirati e concerti di beneficenza, pochi artisti, americani e non solo, riescono ad uscire dalla narrazione proposta, una vera e propria echo chamber dove rimbalzano parole come patriottismo e vendetta.

Radio Città del Capo - Ma che musica, Presidente! – Puntata 19

Bologna, 16 febb. – L’11 settembre 2001 il rapper Sage Francis era un venticinquenne appena laureato in giornalismo, sostanzialmente sconosciuto. Un mese esatto dopo pubblicava sul web la canzone “Makeshift Patriot”, che denunciava il racconto che i media davano dell’attentato alle Torri Gemelle. Un racconto che promuoveva una retorica patriottica e vendicativa che non a caso avrebbe generato sostegno per le guerre in Afghanistan e in Iraq. In un’intervista rilasciata qualche anno dopo, Sage Francis usa il termine “Echo Chamber”, camera dell’eco, per descrivere quei giorni.
Le stesse parole d’ordine rimbalzavano in quei giorni dai media alla musica. E allora dopo un’iniziale reazione collettiva nel segno degli eventi di solidarietà, la musica americana e non solo comincia a dividersi tra interventisti (anche inattesi) e “pacifisti” (tra virgolette, perché sono pur sempre americani!).
Ricostruiamo quei giorni attraverso le musiche, tra gli altri, di Paul McCartney, Neil Young, The Who, Wu Tang Clan, Toby Keith, Bruce Springsteen.

Puntata 19 – Echo Chamber, la musica del 9/11