L’orgoglio di Donini: “Chi lascia il Pd perde”

Il segretario dei democratici festeggia il trionfo delle urne di europee e amministrative, e dice:

L’orgoglio di Donini: “Chi lascia il Pd perde”

Bologna, 27 mag. – Un trionfo che ha un nome e un cognome e tante gambe. E’ questo secondo Raffaele Donini, segretario bolognese del Partito Democratico, il successo dei democratici al voto di europee e amministrative di domenica scorsa. In città e in provincia la ditta Donini ha preso percentuali altissime, “nemmeno quando c’era il Pci si andava così bene” sottolinea il segretario. Il nome di colui che ha tirato la volata è facile ed è quello del segretario nazionale del partito e presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. “Ha dimostrato che fare le riforme paga” dice il cuperliano Donini. Per far girare, casa per casa, il messaggio di cambiamento del Partito democratico a guida Renzi, “noi abbiamo attivato 15 mila volontari” rivendica con orgoglio Donini.

Inoltre, per ingrossare il dato e portare il partito al 55%, è stato fondamentale il ricorso “alla nostra più grande energia politica”, e cioè il famigerato “popolo delle primarie”: “Abbiamo scritto a tutti e 100 mila invitandoli ad andare a votare e ad insistere sulla strada del cambiamento”. Donini parla del ritorno in piazza con il Pd di Romano Prodi (che ieri ha festeggiato sul palco in piazza Maggiore) come della “ciliegiona sulla torta” di un successo sorprendente. Che dimostrerebbe anche che “chi lascia il Pd per traiettorie personali perde”. Il riferimento è ad Andrea Tolomelli, l’ex sindaco di Argelato che, sconfitto alle primarie, aveva scelto di fare una propria lista e domenica è stato sconfitto da Claudia Muzic, la candidata ufficiale del centro sinistra.

“Adesso siamo nelle condizioni di far cominciare il governo metropolitano di Bologna” dicono all’unisono Donini e Stefano Caliandro, responsabile Enti Locali del Pd bolognese. Governando Bologna e tutti i comuni sopra i 15 mila abitanti (Molinella andrà al ballottaggio domenica 9 giugno e il candidato del centro sinistra è in testa) il Pd ha l’occasione di avere la maggioranza anche nel futuro consiglio metropolitano. Entro il prossimo 30 settembre il sindaco Metropolitano, e cioè Virginio Merola, dovrà convocare le elezioni dei membri dell’organo di governo della Città Metropolitana, il nuovo ente che sostituirà la Provincia (prorogata fino al 31 dicembre). Trattandosi di un organo di secondo livello, l’elettorato attivo e passivo (insomma, chi può votare e chi può essere votato) è composto dai consiglieri comunali dei comuni della provincia. Inoltre, come previsto dalla legge Delrio, il voto dei consiglieri comunali deve essere ponderato a seconda del comune di appartenenza: il voto di un consigliere del comune di Camugnano, che ha una popolazione di appena 2 mila abitanti, non vale quanto quello di un consigliere di Casalecchio di Reno che a sua volta non equivale a quello di un consigliere di Bologna.

Le tappe per la creazione della città metropolitana, che come da legge nascerà il 1 gennaio 2015, prevedono anche la stesura dello statuto che deve essere approvato entro il 30 giugno 2015.