La giungla della logistica. Tra caporalato, evasione e sfruttamento

Cgil, Cisl, Uil e Usb raccontano in commissione le condizioni dei lavoratori della logistica bolognese

Radio Città del Capo - La giungla della logistica. Tra caporalato, evasione e sfruttamento

Bologna, 10 apr. – “Siamo tornati al caporalato”, anche se oggi i lavoratori non stanno ad aspettare a bordo strada l’arrivo di un camion che li porti a destinazione: “Vivono con il cellulare in mano, perché sanno se andranno a lavorare con dieci minuti di anticipo e senza sapere quante ore faranno quel giorno”.

E’ quello che accade nel mondo della logistica bolognese stando al racconto di Stefano Rivola, della Filt-Cisl dell’Emilia-Romagna, oggi in Comune per un’udienza conoscitiva. Quello della logistica è un settore in cui imperversano cooperative che, al termine di lunghe catene di appalti, “offrono prezzi lontanissimi dalla copertura del costo dei soci lavoratori”, aggiunge Rivola: quest’ultimo si aggira sui 18 euro all’ora, ma gli appalti si vincono “a 14 euro quand’è festa”.

Si tratta di coop “che chiudono ogni due anni per evitare i controlli”, continua Rivola, spesso senza neanche una sede legale “certa e rintracciabile”, perché coincidente con lo studio di un consulente o di un avvocato. Terreno fertile per “l’infiltrazione della malavita”, aggiunge il sindacalista, giudicando “un buon inizio” la nuova legge di regolamentazione del settore che è in approvazione da parte della Regione. Anche gli altri sindacati di categoria confermano lo scenario.

Alberto Ballotti, segretario della Filt-Cgil di Bologna, si sofferma sull’evasione fiscale e contributiva. “Ci sono casi di lavoratori che su 1.300 euro di retribuzione ne prendono 1.000 di trasferta, che è esente da qualsiasi tassa e contribuzione pensionistica”, riferisce il sindacalista, ma è “inverosimile” che all’Inps nessuno si accorga di una tale stortura. Allo stesso modo, “non é possibile che i committenti non si accorgano di nulla, perché spesso- spiega Ballotti- sono loro ad organizzare l”attività quotidiana dei magazzini”.

C’è una “forte carenza di controlli”, aggiunge il segretario della Filt. All’Interporto, ad esempio, “servirebbe una presenza costante di Guardia di finanza e Direzione provinciale del lavoro perché succede di tutto”, dichiara Ballotti, ma in alcune aziende il sindacato fatica ad entrare: molti dei lavoratori sono stranieri e facilmente “ricattabili”. Tutto questo riguarda soprattutto le cosiddette coop “spurie”, ma per Ballotti “non è che nella cooperative normali siamo messi molto meglio”, perche” anche lì si registra “una certa difficolta” ad applicare i contratti nazionali”. Nella logistica si muovono aziende “che vanno dalla serie A alla serie Z” e queste ultime “può darsi che neanche le conosciamo”, afferma Raffaele Perfetto, segretario regionale della Uil trasporti. Allo stesso tempo, “ci sono le aziende che cercano di applicare regolarmente i contratti, ma non ci riescono- aggiunge il sindacalista- perché non reggono il mercato”. Dunque, l’auspicio è che la nuova legge regionale “vada nella giusta direzione”, conclude Perfetto, ma l’importante è che “non resti sulla carta”.

C’è da sperare che “non si tratti di pura demagogia- aggiunge Sebastiano Taumaturgo dell’Usb– perché si dice che bisogna tenere fuori l’illegalità, ma questa comincia già dai committenti”. Per il sindacato di base bisogna eliminare le catene di subappalto che portano ai massimi ribassi, scatenando una guerra tra poveri che non riguarda solo i singoli lavoratori: c’è anche quella tra diverse etnie le quali, riferisce Taumaturgo, si rendono disponibili a lavorare con diverse fasce di prezzo. Su queste tematiche, il Consiglio comunale si appresta ad intervenire con un ordine del giorno che, tra le altre cose, mira a sollecitare la Regione ad una rapida approvazione della nuova legge. Documento che dovrebbe essere bipartisan: l’iniziativa, presa da Rossella Lama (Pd), è stata subito sposata da Patrizio Gattuso di Forza Italia. (Dire)