Il Comune al Cassero: “Nessuna censura, ma grave offesa”

La foto della serata ‘Venerdì credici’, pubblicate sul sito del Cassero, creano scompiglio anche tra la politica cittadina. Prende posizione il Comune, che non parla di censura ma di mancato rispetto e volgarità

Radio Città del Capo - Il Comune al Cassero: “Nessuna censura, ma grave offesa”

Bologna, 18 mar. – La serata aveva un titolo inequivocabile: “Venerdì credici. Notte blasfema e scaramantica“. A creare scompiglio tra i politici bolognesi sono state però le foto dell’evento, pubblicate sul profilo facebook del circolo Arcigay Il Cassero. Pubblico numeroso a giudicare dagli scatti, con tanto di ragazzi e ragazze vestiti da preti e suore. Come si vede nella foto qui sopra tra i vari travestimenti molto in voga è stato il Cristo con corona di spine, croce ricoperta di brillantini e intento in atteggiamenti e pose “blasfeme”.

Foto blasfeme. Il cardinale Caffarra esagera e accosta il Cassero all’Isis

A prendere posizione il Comune di Bologna. Questa la nota dell’amministrazione: “Nessuna  censura  ma  il  si assuma la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio. La cultura dei diritti che vede da sempre questa città differenziarsi è stata costruita attraverso una diffusa cultura del rispetto, che ci pare mancato in questa occasione”.

Il presidente del Cassero Vincenzo Branà spiega così la vicenda: “Quelle foto sono la rappresentazione di un conflitto reale che esisteva anche prima della festa contestata. Quei simboli religiosi sono usati in maniera dissacrante perché percepiti in maniera repressiva. I cattolici mettono ostacoli tra le persone lgbtqi e i loro diritti, e in mezzo ci sono proprio motivazioni religiose”. Per Branà le richieste di sanzioni contro il Cassero sarebbero “pretesti”. Le foto saranno rimosse? “Se dobbiamo entrare nelle opinioni personali – ragiona Branà – forse pubblicare quelle foto è stato poco opportuno, ma non è togliendo le foto dal profilo facebook che si risolve la situazione. Se dipendesse da me toglierei già le foto, ma questa deve essere una riflessione collettiva, bisogna arrivarci assieme e con una riflessione politica alta. Comunque foto o non foto resta la festa di venerdì, e sotto la festa resta il conflitto”.

“Alcune persone, per quelle foto, si sono sentite offese – scrive il consiglio direttivo del Cassero – per rispetto a quelle persone – e non a un’ideologia o a un comandamento – con quelle stesse persone ci scusiamo. Chi invece chiede una sanzione, di qualsivoglia natura, sta solo sfruttando un’occasione, non per difendere un credo, semmai per colpire il Cassero. E vista la strumentalizzazione, forse sono loro i veri blasfemi”.

Alcune delle foto pubblicate sul profilo facebook del Cassero

Infuriata Forza Italia, ma anche tra i democratici in molti hanno espresso la propria contrarietà. Il capogruppo Pd in Comune Claudio Mazzanti non vuole sentire parlare di censura, ma chiede ai vertici del Cassero di “intervenire su chi ha organizzato la serata e intervenire in modo chiaro, netto e duro”. Il consigliere regionale Giuseppe Paruolo, anche lui democratico, parla di un’iniziativa “discutibile se fatta a casa e spese proprie ma certamente indegna di essere sostenuta da risorse pubbliche”. Il riferimento è ai contributi che ogni anno il Comune concede al Cassero per le tante attività di utilità sociale svolte all’interno del circolo Arcigay.

Difende il Cassero Cathy La Torre, capogruppo di Sel in consiglio comunale. “Chi chiede sanzioni vuole evitare questa discussione e continuare a esercitare in politica il proprio vero (o il proprio assoluto credo)! Ovviamente sono certa che se quelle immagini hanno offeso qualcuno gli amici e le amiche del Cassero le ritireranno. Non perché lo chiede la politica, ma perché chi di offese ogni giorno perisce, è in grado di riconoscere quando ha offeso una sensibilità! Dopo di che: siamo certi che i miei colleghi si straccino le vesti quando ad essere offesi siamo proprio noi persone LGBT?”

La cattolica Raffaella Santi Casali, eletta Pd in Consiglio comunale, scrive su facebook: “Non trovo una sola ragione per cui questa roba debba avere luogo in una sede del Comune e finanziata coi soldi di tutti”. Santi Casali ricorda la scarsità di fondi per il welfare cittadino, e lega il tema al Cassero e alla serata incriminata. “Si danno le sedi gratis e poi le associazioni fanno le serate commerciali”, ricorda la consigliera riferendosi chiaramente al Cassero. “Questi atteggiamenti distruggono la coesione sociale”, attacca Santi Casali che ricorda “i cristiani martirizzati nel mondo che a migliaia danno la vita per la croce, e questa croce assieme a Gesù è stata oltraggiata dal Cassero”.

A bocciare il Cassero è anche Benedetto Zacchiroli, che alle scorse comunali si presentò agli elettori “come teologo e gay”. Zacchiroli parla di foto “inopportune e eccessive” Per il democratico quelle fotografie “non aiutano il dibattito per le lotte dei diritti lgbt”.


Presenteranno denuncia
Forza Italia e il Nuovo centrodestra, come annuncia il consigliere comunale Marco Lisei. “Nella giornata di domani mi recherò alla Procura della Repubblica assieme a Galeazzo Bignami e Valentina Castaldini per denunciare quanto accaduto all’interno del Cassero, un immobile del Comune di Bologna a canone zero”, scrive Lisei su Facebook. La Lega chiede intanto di non rinnovare la convenzione tra Comune e circolo Arcigay per la gestione gratuita dell’ex Salara (688 metri quadri), in scadenza il 10 maggio. “Proprio prima di quella data, chiederò al sindaco di prendere posizione e decidere di non rinnovarla. Non si può rinnovare una convenzione”, informa in una nota la capogruppo e commissario della Lega Lucia Borgonzoni.

“Se giungeranno denunce, le valuteremo con attenzione”. Così risponde il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini a chi ha domandato se sono arrivate in Procura denunce per le foto blasfeme scattate al Cassero, ed eventualmente se si procederà per il reato di offesa alla confessione religiosa attraverso vilipendio. Alcuni consiglieri comunali e regionali avevano annunciato che andranno in Procura per denunciare.

“Vedo che molti colleghi stanno chiedendo a gran voce la sospensione dei finanziamenti comunali al Cassero – scrive il grillino Massimo Bugani – io invece chiedo le dimissioni immediate di Vincenzo Branà.  Io non mi scandalizzo davanti alle immagini della serata “venerdì credici”, ma parlo da amico di tante persone omosessuali che sentono a mio avviso giustamente le loro battaglie svilite e depotenziate  da queste goliardate. L’arcigay, per il suo grande valore sociale e culturale, merita di essere rappresentato e guidato da persone di grande spessore che sappiano onorare quel ruolo”.