Foxconn. Dentro la fabbrica globale

Un libro edito da Ombre corte documenta le storie di vita e di lavoro negli stabilimenti della multinazionale taiwanese dell’high tech. Presentazione

Radio Città del Capo - Foxconn. Dentro la fabbrica globale

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Bologna, 12 mar. – Esiste un modello di produzione cinese, che va oltre i cancelli della fabbrica e si espande nell’intera società? E questo modello viene esportato oltre i confini dove è nato? Sono le domande alla base del libro Nella fabbrica globale. Vite al lavoro e resistenze operaie nei laboratori della Foxconn, a cura di Ferruccio Gambino e Devi Sacchetto. L’idea della ricerca è nata dopo che nel 2010 più di 20 operai si sono suicidati nelle fabbriche della Foxconn.

Il volume documenta le storie di vita e di lavoro negli stabilimenti della multinazionale taiwanese dell’high tech, terzo datore di lavoro al mondo con oltre 1 milione di persone impiegate. Nei suoi oltre 200 stabilimenti sparsi per il mondo si assemblano per i grandi marchi smartphone, tablet e altri oggetti high tech, lavorando, soprattutto in Cina, in “un regime semi militare“.

Spesso i lavoratori soggiornano nei dormitori vicini alla fabbrica. Questo non succede solo a Shenzhen, in Cina, dove si trova lo stabilimento più grande, che impiega 330 mila persone, ma anche, per esempio, in Repubblica ceca, come racconta il saggio di Rutvica Andrijasevic e Devi Sacchetto Una produzione in stile cinese. La Foxconn nella Republica
ceca. Qui i lavoratori interinali possono arrivare anche al 60% della manodopera e molti sono immigrati. Per questo spesso si affidano alle stesse agenzie di lavoro per trovare un posto dove dormire.

Il libro viene presentato oggi a Bologna dai curatori Ferruccio Gambino e Devi Sacchetto, dalle ore 18 al Bar La Linea, in piazza re Enzo.