Oscar Farinetti vuole portare a Bologna tutti i bambini d’Italia

“Entro 5 anni voglio a Bologna tutti i 9 milioni di studenti italiani”, dice Oscar Farinetti parlando del progetto Fico. “Per vendere un prodotto – spiega – serve una narrazione”

Oscar Farinetti vuole portare a Bologna tutti i bambini d’Italia

Bologna, 3 set. – “Non mi frega niente di quanti soldi incasseremo. A me interessa creare un luogo dove i bambini possano capire che le ciliegie non nascono delle cassette dei supermercati”. Appena arrivato alla Festa nazionale dell’Unità di Bologna, Oscar Farinetti risponde così ai giornalisti che gli chiedono di Fico e delle proteste contro la futura “Disneyland del cibo”, come è stata ormai chiamata l’ultima idea del fondatore di Eataly. E in mezzo al fiume di parole Farinetti ci infila anche qualche parolaccia e una citazione di Bob Dylan. “Quella meraviglia che è la biodiversità italiana è figlia dei venti. The answer, my friend, is blowin’ in the wind”.

Quello che Farinetti racconta ai giornalisti poi lo ripete, quasi seguendo un copione, al pubblico della sala dibattiti centrale della Festa dell’Unità. Accanto a lui a discutere di Fico il sindaco di Bologna Virginio Merola, il presidente di Coop Adriatica Adriano Turrini e il presidente del Caab Andrea Segrè. Per presentare Fabbrica Italiana Contadina Farinetti usa immagini concrete, racconta di un parco di 70mila metri quadri che diventerà “l’unico mercato al mondo dove si circolerà in bicicletta. Ce ne saranno mille, tutte con portapacchi davanti e dietro”. E ancora: “Mostremo il grano duro che entrerà in un mulino per poi trasformarsi in semola, e poi ancora finirà in un pastificio per diventare pasta. Il grano tenero invece diventerà prima farina e poi pane. E tutte queste operazioni saranno visibili da tutti coloro che visiteranno Fico. Varrà per il grano così come per l’olio d’oliva, il vino, e le nocciole”.

Per vincere la scommessa di portare 6 milioni di visitatori all’anno dentro Fico, spiega Farinetti, sarà necessario fare un luogo vero, “dove le piante e i frutti saranno veri, così come veri saranno i laboratori da dove uscirà il prodotto”. Altra condizione: un sistema di trasporti capace di portare rapidamente al Caab le milioni di persone che dal 2015 in avanti arriveranno in aereo e treno veloce sotto le Due Torri, e poi chiederanno di Fico. Altrimenti Fico “non potrà funzionare”, dice Farinetti che non chiede specificatamente la monorotaia People Mover, ma solo rapidità nel sistema dei trasporti.

Farinetti con Adriano Turrini di Coop Adriatica, partner del progetto Fico e socia Eataly

Il fondatore di Eataly torna più volte durante il dibattito sul tema della formazione e dei laboratori didattici da organizzarsi nel Fico che verrà. “Mi immagino un luogo dove arriveranno svariate centinaia di migliaia di bambini, giovani e studenti da tutta Italia. Voglio un luogo che entro cinque anni accolga tutti i 9 milioni di studenti italiani per fargli capire la meraviglia dell’agroalimentare, così che poi siano pronti a raccontarlo nel mondo”. Un sogno e una prospettiva culturale, ma anche e sopratutto una visione di business, considerando che nei progetti di Farinetti c’è la quotazione in borsa del gruppo Eataly già nel 2017.

A fine dibattito un agricoltore arrivato dalla Sicilia interviene e solleva il problema della filiera di distribuzione che sottrae gran parte dei profitti ai produttori: “Tante aziende agricole stanno morendo perché gli agricoltori non riescono più a ricavare reddito dal proprio lavoro. Mio fratello produce uva e la vende a 70 centesimi al chilo, e poi se la ritrova nei mercati anche a tre euro. Quello che c’è in mezzo se lo mangia la distruzione”, dice l’uomo. Farinetti risponde con una piccola lezione di marketing. “Ha perfettamente ragione. Il grande problema dell’agricoltura italiana è che non è stata capace di narrarsi. Un prodotto ha valore solo se sei capace di narrarlo. Se gli dai un valore immateriale allora riesci a venderlo col suo giusto prezzo”. L’operazione è proprio quella che il numero uno di Eataly vuole rifare a Bologna con il progetto Fico.

Prima dell’inizio del dibattito una trentina di manifestanti, già protagonisti nel pomeriggio della contestazione contro il punto vendita Eataly nel centro Bologna, hanno tentato di entrare alla Festa dell’Unità con volantini e striscioni. Sono stati tenuti fuori dal Parco Nord da un cordone di poliziotti in assetto anti sommossa. “Ripeto, sono a disposizione dei No Fico  – diceva in quello stesso momento Farinetti di fronte a un capannello di cronisti – Se mi convinceranno che Fico è sbagliato combatterò a fianco a loro perché non si faccia più”. Farinetti ha anche difeso Eataly. “La precarietà è contenuta e sta sotto il 20% del totale dei contratti. Se è più alta è solo perché i punti vendita stanno aprendo da poco, e quindi è fisiologico un ricorso maggiore a contratti differenti. Comunque stiamo creando lavoro e i nostri stipendi sono più alti della media del settore”. A chi gli chiede come si comporterà con chi ha scioperato a Firenze dice: “Incontrerò chi sciopera. Anche se si tratta di tre contratti non rinnovati è importante parlare con queste persone e occuparsi di loro”.

Polizia all’entrata della Festa dell’Unità. Foto @AdaTalarico

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