Dopo Errani. Ci saranno le primarie di coalizione

Dalla direzione regionale del Pd via libera alla consultazione per scegliere il candidato, ma all’interno della coalizione. Bonaccini discuterà con gli alleati regole più elastiche per presentare le candidature.

Dopo Errani. Ci saranno le primarie di coalizione

Bologna 12 lug – Primarie sì ma di coalizione. La direzione regionale del Pd dà il via libera, all’unanimità, alla consultazione per la scelta del candidato del dopo Vasco Errani, ma all’interno della coalizione. Una scelta che aveva provocato la reazione di chi, come il sindaco di Forlì Roberto Balzani, vedeva questa come la prova della volontà di eliminare i candidati scomodi all’interno dei democratici. In realtà, alla fine della discussione, la proposta del segretario regionale Stefano Bonaccini è passata all’unanimità perchè l’impegno sarà quello di trovare, nella discussione con gli alleati, una deroga allo statuto perchè tutti si possano candidare. L’idea è quella di fissare paletti meno alti per presentare le candidature, oggi servono il 35% delle firme dei membri dell’assemblea regionale del partito (eletta cinque anni fa, in epoca pre-Renzi) o il 20% degli iscritti (almeno 16.000 persone). Più semplice la modalità di accesso per le primarie del partito: 3% degli iscritti o 10% dei componenti dell’assemblea regionale.  Le primarie si terranno a settembre, non è stata ancora fissata la data . La direzione ha anche approvato lo slittamento del congresso regionale del Pd a dopo le elezioni regionali.

Stefano Bonaccini, segretario regionale, ha aperto la riunione tributando un plauso ad Errani (assente): “Le sentenze si rispettano senza discuterle, anche quelle dolorose. Le dimissioni di Errani non sono dovute, la sua è una scelta esemplare”. Alle parole di Bonaccini la sala ha reagito con un applauso. Il segretario ha poi spiegato che il congresso regionale del partito è stato rinviato a dopo le elezioni regionali e che è stata insediata la commissione per le primarie di coalizione guidata dal responsabile organizzativo regionale Giorgio Sangrini e con rappresentata ogni area dell’ultimo congresso.

A invocare la deroga dai regolamenti era stato Matteo Richetti, che aveva chiesto di non utilizzare la calcolatrice per le future primarie. Richetti oggi ha fatto un passo avanti verso la sua candidatura:  ”Non sono abituato a rispondere ad ambizioni personali, nel momento in cui me lo chiedesse un pezzo del partito, di amministratori e di persone che in questi anni hanno lavorato con me, è un’opzione che sono pronto a valutare”. E’ una realtà però che il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli sta già facendo nascere i comitati “Richetti presidente”.

Ora Bonaccini ha il mandato di trattare con gli alleati la costruzione di una coalizione in vista delle regionali anticipate all’autunno. “Primarie di coalizione- sottolinea Bonaccini al termine della riunione- perchè non dobbiamo sentirci autosufficienti. Poi ci troveremo di nuovo qui per decidere come il Pd dovrà comportarsi, per vedere cosa è possibile fare, nel rispetto delle regole, ed eventualmente se si può modificare qualcosa, ma evitando che qualcuno pensi che vogliamo impedire delle candidature”. E aggiunge: “Renzi apprezzerà che oggi è venuto fuori un Pd così unito da una situazione così, mentre da altre parti può accadere anche di peggio”. Bonaccini ribadisce dunque che “le primarie sono nel nostro dna”, anche se la porta per un candidato unitario resta comunque aperta.

Al netto delle polemiche interne al Pd è una realtà che lo scenario politico sia mutato notevolmente rispetto al 2010, quando Errani è stato eletto per la terza volta presidente della Regione. In questi cinque anni alcuni partiti sono praticamente scomparsi, l’Idv alle ultime europee ha ottenuto percentuali da zero virgola mentre Sel e Federazione della Sinistra sono alle prese con il complicato momento post lista Tsipras e sono più indebolite rispetto al 2010. Il Pd invece alle ultime europee ha ottenuto un brillante 52,51% in Regione. Insomma, se coalizione ci sarà come è probabile, sarà il Pd dell’era Renzi ad esserne il padrone.