Pestaggio al Cassero. “Siamo stati ingenui, ma no ai sospetti”

Bologna, 18 mar. – Dopo il pestaggio, avvenuto lo scorso venerdì, di un giovane di 28 anni al Cassero di via Don Minzoni, il circolo Arcigay sta ancora cercando di ricostruire con esattezza la situazione. “Stiamo capendo dove c’è stato errore e dove c’è stata ingenuità da parte di chi controllava la serata – spiega Vincenzo Branà, presidente del Cassero – Voglio però ricordare che l’aggressore è stato individuato grazie agli operatori del Cassero e quindi tutti i sospetti che sono stati sollevati sulla vicenda sono ingiustificati”.
Branà si riferisce alle tempistiche: il pestaggio del giovane (per lui un mese di prognosi) è avvenuto venerdì alle 2.18 di notte. La chiamata alla Polizia effettuata dal personale del Cassero, riferisce il Resto del Carlino citando fonti investigative, è stata registrata dalla centrale operativa del 113 alle 4 di notte. Quasi due ore dopo. “Non posso che prendere atto – spiega Branà – Evidentemente mi avevano riferito un orario inesatto: non sono stati 40 o 60 minuti come detto, ma poco meno di due ore. Detto questo dico ‘no’ a tutte le allusioni a chissà quale strategia attendista adottata dal buttafuori, così l’hanno chiamato i giornali”.
Il Resto del Carlino ha intervistato il 28enne pestato, che si è dichiarato deluso da quanto successo. “Il pestaggio è andato avanti 40 secondi – racconta il giovane – poi finalmente sono intervenuti i buttafuori. Mi hanno portato fuori, poi mi hanno visto bene in faccia, ero deturpato, e mi hanno riportato dentro. Io dicevo: ‘Chiamate la polizia’. Ma loro hanno detto di no, che non importava, perché ci avrebbero pensato all’ospedale. Sono rimasto deluso, mi sarei aspettato che chiamassero subito la polizia. Se lo avessero fatto avrebbero arrestato gli aggressori, invece se ne sono andati indistrubati”.
La polizia amministrativa intanto ha chiesto alcuni dati e documenti riguardanti il Cassero a Branà. “Consegneremo tutto oggi”, spiega l’interessato.