Ultim’ora – Dal 1° gennaio 2026 parte il blocco immediato degli STIPENDI | Scopri se devi iniziare a disperarti già da ora

Euro (Pixabay) - Radiocittadelcapo.it
Il primo gennaio fa tremare chiunque. A partire da quel giorno scatterà il blocco automatico degli stipendi. La situazione è disperata.
Il prossimo anno si preannuncia come un periodo denso di cambiamenti significativi, che porteranno con sé sia opportunità che incertezze per tutti i cittadini.
Tra le note positive si annoverano misure di riforma sociale attese, come la modifica della Legge 104, che mira a garantire maggiori permessi retribuiti per coloro che assistono familiari con disabilità, offrendo un supporto concreto in situazioni di particolare necessità.
Di contro, il panorama del Terzo Settore subirà una profonda trasformazione con l’introduzione della nuova fiscalità e la definitiva soppressione delle ONLUS a favore del nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).
In questo contesto di evoluzione, una delle prospettive che desta maggiore preoccupazione è il potenziale blocco degli stipendi per alcune categorie.
Dal primo gennaio sospeso lo stipendio per tutti
A partire dal primo gennaio, è previsto che una misura di blocco parziale dello stipendio e della pensione possa scattare per circa 250.000 persone. Va precisato però che questa trattenuta non avverrà in maniera automatica, ma sarà subordinata al verificarsi di specifiche condizioni e all’esecuzione di due passaggi fondamentali da parte della Pubblica Amministrazione.
Il primo, come spiega “Brocardi.it”, è una verifica preventiva. Se questa da esito positivo, si procede al secondo passaggio, la sospensione della quota, in cui una parte della retribuzione viene trattenuta e l’importo comunicato direttamente all’agente della riscossione per il recupero del credito.

Un provvedimento che manda tutti in crisi
La misura quindi, non è generalizzata, ma è rivolta ad alcune persone nello specifico, ovvero a chi percepisce un reddito da lavoro dipendente o da pensione, che supera la soglia di 2.500 euro al mese, e contemporaneamente ha un debito fiscale che supera i 5.000 euro complessivi e che deriva dalle cartelle esattoriali, dalle multe o da altre pendenze con l’Erario.
Restano quindi esclusi chi guadagna meno della soglia minima stabilita, che continuano a percepire integralmente lo stipendio e la pensione. Il blocco della retribuzione però non riguarda solamente la busta paga ordinaria, ma si estende a eventuali indennità che sono legate al rapporto di lavoro, anche quelle che vengono erogate in caso di licenziamento.