Bredamenarinibus. La Fiom sogna nuovi posti di lavoro. “Ma il governo sia garante”

Promesse dalla nuova proprietà King Long. A giorni un piano che potrebbe prevedere assunzioni. “Ma il governo garantisca l’operazione”, chiede la Fiom

Radio Città del Capo - Bredamenarinibus. La Fiom sogna nuovi posti di lavoro. “Ma il governo sia garante”

Bologna, 14 giu. – King Long, il partner cinese che darà vita al polo del trasporto pubblico con la Bredamenarinibus (Bmb) di Bologna e l’Irisbus di Avellino, comincia a far breccia nella Fiom-Cgil. Le tute blu bolognesi e dell’Emilia-Romagna non hanno ancora sciolto le riserve sul progetto e continuano a chiedere maggiori garanzie, ma dall’incontro di ieri a Roma sono emerse anche sensazioni positive.
Dal tavolo al ministero dello Sviluppo economico, innanzitutto, la Fiom torna con un appello preciso per il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica, proprietaria della Bmb: “Mauro Moretti batti un colpo”, scandisce il segretario regionale della Fiom, Bruno Papignani, oggi in conferenza stampa. Ieri Finmeccanica non si è fatta vedere, “non sappiamo se perché in dissenso con il Governo o perché Moretti aspetta di vedere meglio la cosa”, continua Papignani, ribadendo la propria delusione per il fatto che “la nostra idea di polo gestito dal pubblico non viene presa in considerazione e si continua su una linea di privatizzazione”. Quantomeno, però, ieri King Long ha mostrato “grande volontà” ed assicura di “avere un piano, che sarà presentato nei prossimi giorni– continua Papignani- per riportare la produzione di bus in Italia”, questo “salvaguardando i lavoratori di Irisbus e dando un ruolo importante alla Bmb”.

A Bologna, continua il sindacalista, avrebbe sede la “testa” (dalla progettazione al commerciale) della nuova Industria italiana autobus, mentre i 70 lavoratori produttivi sui 197 dipendenti verrebbero destinati alla realizzazione dei mezzi urbani. Alla luce di ciò, si può addirittura accarezzare il sogno di un aumento dei posti di lavoro: la King Long ha compreso che il comparto produttivo “è davvero ridotto all”osso”, riferisce Papignani, tanto che nel tempo potrebbe “gradualmente aumentare l’occupazione”.
Ovviamente tutto questo “a parole”, precisa Papignani, che vuole vedere progetti “nero su bianco”. Ad ogni modo, “gli approfondimenti che abbiamo fatto finora non sono da giudicare negativi, propendo- dichiara Papignani- per un giudizio positivo”. All’incontro di ieri, in particolare, era presente l’ad Stefano Del Rosso, che come “tramite dei cinesi” detiene il 49% della King Long Italia, spiega la Fiom. Un altro 49% fa capo alla Finsita e il restante 2% al proprietario di quest’ultima, Luciano Vinella. Non è escluso, però, che con il nuovo progetto la compagine societaria della King Long possa ampliarsi. L’ad ha mostrato “buona volontà” e sicuramente è un imprenditore “davvero competente” del settore, aggiunge il delegato Cristiano Bruni, ma “non basta”. I lavoratori, infatti, “sono preoccupatissimi per un passaggio non ancora chiaro”, continua il delegato. Inoltre, compratore straniero per compratore straniero, “ci sarebbe meno preoccupazione se si parlasse di tedeschi”, aggiunge Bruni, considerando le “difficolta” a relazionarsi con i lavoratori” che ci si attende dai cinesi. Sempre meglio dei turchi di Karsan, chiarisce pero” Papignani: “Se la Bmb l’avessero presa loro, l’avrebbero chiusa nel giro di pochi anni”. Ad ogni buon conto, “non ci fidiamo” e “vogliamo una garanzia da parte del Governo”, ribadisce Papignani: ovvero, nel nuovo progetto Finmeccanica deve avere una quota più ampia del 20% (l’80% va a King Long), per un periodo superiore ai tre anni attualmente previsti e con la possibilità di riacquisire la proprietà della Bmb in caso la nuova realtà non decollasse.

Il segretario regionale, poi, sottolinea la “grande attenzione” che il ministro Federica Guidi ha posto sul tema occupazionale. Le critiche, insomma, sono tutte per la Regione Emilia-Romagna. Tanto viale Aldo Moro che la Regione Campania non avranno azioni del futuro polo, come chiedeva la Fiom, per evitare conflitti di interessi in quanto acquirenti di bus. Ma, al di là di questo, “siamo delusi” dalla Regione “perché ha sempre detto che avrebbe lottato con noi per un polo pubblico- afferma Papignani- mentre il Governo dice che è stata propria la Regione a parlare di polo privato”. Ma ormai “siamo abituati ad una Regione non sufficientemente propositiva”, rincara la dose Alberto Monti, segretario della Fiom di Bologna: una “latitanza” forse dovuta al fatto che “l’assessore e” diventato sindaco di Modena”, aggiunge Monti, chiamando direttamente in causa Gian Carlo Muzzarelli. Di certo, per la Fiom i nodi da sciogliere sono ancora parecchi. La nuova Industria italiana autobus “sarebbe una newco e quando si parla di newco ho sempre la sensazione di una fregatura”, manda a dire Papignani, spiegando che sul tema dei contratti ci sarà da discutere parecchio: i lavoratori dovranno essere assunti dal nuovo soggetto e “vogliamo che vengano applicati i contratti bolognesi”, non certo l”accordo Fiat in vigore all”Irisbus. Poi c’è il capitolo dello stabilimento di Bologna. Del Rosso sarebbe intenzionato a chiedere un affitto di 20 anni o a comprare l’area, ma la Fiom non vuole sorprese e chiede al sindaco Virginio Merola di vincolare il quadrante alla destinazione manufatturiera. “E’ importante che il sindaco non abbia esitazioni”, è il pressing di Papignani: “E’ un’area per cui molti farebbero carte false”. Se è vero che oggi buona parte dello stabilimento non è utilizzato, la Fiom propone di destinare questa superficie all’indotto. Un nuovo incontro “tecnico” al ministero e” in calendario per il 23 giugno. Nella prima settimana di luglio, poi, sarà la volta del “confronto” politico con il Governo (Dire).